Il fondo conserva la documentazione raccolta e prodotta da Arialdo Banfi nel corso della sua carriera politica.
Consistenza rilevata
Consistenza (testo libero)
87 unità archivistiche in 39 buste
Storia istituzionale/Biografia
Arialdo Banfi (Ambrogio) (Milano, 1913 - 1997) avvocato, antifascista, fu tra i dirigenti del movimento Giustizia e libertà e del Partito d’Azione. Tenente addetto a un reparto che operava in zona di “guerra non guerreggiata” dal 1941 al 1943, prima in Sicilia e poi nelle zone di occupazione italiana in Francia, partecipò nel 1943 a Milano al congresso di fondazione del Movimento federalista europeo insieme a Ernesto Rossi e Altiero Spinelli.
Dopo l’armistizio si dedicò all’organizzazione della Resistenza in Val Pellice (Torino), arrestato nel maggio del 1944, fu trasferito a Milano nel carcere di San Vittore, da cui riuscì a evadere con l’aiuto di Sergio Kusmann che lo tenne nascosto finché poté raggiungere, grazie a nuovi documenti, Sale in provincia di Alessandria dove comandò le formazioni Giustizia e libertà con il nome di battaglia di Ambrogio.
Arrestato nuovamente a Biella nel novembre 1944, riuscì ancora una volta a fuggire e durante l’insurrezione fu uno dei comandanti delle formazioni Gl a Torino.
Segretario del PdA a Milano subito dopo la guerra, nel 1945 assunse la segreteria organizzativa nazionale del partito. Entrato nel Psi nel 1947, partecipò alle elezioni del 1953 per il Senato e fu eletto sempre senatore per il Psi nel collegio di Rho nel 1958 e nel 1963 e nel collegio di Milano nel 1968. Fece parte del primo governo Moro come sottosegretario agli Affari esteri. Membro dell’Esecutivo e del Direttivo della Federazione socialista di Milano e componente del Comitato direttivo del Gruppo parlamentare, ha ricoperto anche l’incarico di vicepresidente dell’Anpi nazionale e di presidente della Fédération internationale des résistants (Fir).
Storia archivistica
Il fondo Arialdo Banfi è stato versato all’Ismec (oggi Fondazione Isec) nel luglio 1997 dal figlio Andrea.
Originariamente le carte erano conservate in 30 raccoglitori, senza alcun metodo di ordinamento ad eccezione del puro cronologico per anno, a parte documenti riguardanti il Partito d’Azione e la Resistenza in generale (2 raccoglitori contraddistinti dalla dicitura “Documenti della Resistenza”) e quelli sugli ultimi anni del Partito socialista italiano (2 raccoglitori con la dicitura “Crisi del Psi”).
La restante documentazione, soprattutto corrispondenza, scritti di Banfi e moltissima stampa, ha richiesto un lavoro di riordino in base al settore di attività corrispondente e la relativa identificazione di serie e sottoserie.
Innanzitutto Banfi è stato militante nel PdA e nelle formazioni Gl in Piemonte e Lombardia, ha quindi partecipato attivamente alla Resistenza in Italia.
Si è dunque ritenuto che le prime serie potessero essere proprio quelle inerenti a questa sua attività e quelle ad essa collegate negli anni successivi alla Liberazione: Anpi, Fir, Comitato permanente antifascista di Milano, ecc.
Le serie successive riguardano l’attività di Banfi nel Psi e tutte quelle ad essa collegate: attività parlamentare, attività in enti e associazioni.
Una serie è stata dedicata al MFE di cui Banfi è stato fondatore e rappresentante per tutta la vita.
L’ultima serie è riservata alla documentazione personale ed è costituita principalmente da corrispondenza.