Democrazia proletaria, Federazione milanese
Tipologia Fondo
Data cronica
- 1970 - 1991
Tipologia
- fondo
Numerazione
- Numero definitivo
- 1
Consistenza rilevata
- Consistenza (testo libero)
- 873 unità archivistiche in 100 buste
Storia archivistica
- Lo stato delle carte L’archivio della Federazione milanese di Democrazia proletaria è stato depositato presso la Fondazione Isec di Sesto San Giovanni dal Partito della Rifondazione Comunista in due momenti diversi. Nel marzo 1992 sono stati ceduti i materiali relativi ai dipartimenti della Federazione e solo in seguito quelli degli organismi di direzione, i volantini e i periodici. Le carte sono giunte in Fondazione dentro scatoloni di cartone. La documentazione dei dipartimenti era conservata prevalentemente all’interno di fascicoli originari con sovrascritto il titolo, mentre il resto della stessa era stata riunita all’interno di raccoglitori da ufficio, talvolta con il titolo originario sul dorso. Le carte erano spesso conservate in cartelline di plastica inserite direttamente nei raccoglitori ad anelli. Una volta in Fondazione Isec, i documenti sono stati estratti e collocati, così come si trovavano, all’interno dei fascicoli. In seguito sono stati conservati esclusivamente quei dorsi che riportavano il titolo originario, mentre la plastica è stata scartata. Il successivo intervento degli archivisti della Fondazione ha riguardato la redazione degli elenchi di consistenza. Il riordino La maggior parte dei membri fondatori del Partito proveniva da differenti e precedenti esperienze politiche e molti avevano fatto parte in particolare di Avanguardia operaia (Ao). Spesso, però, queste organizzazioni erano più inclini a una strutturazione movimentista che partitica e quindi anche la formazione e la conservazione della documentazione è stata soggetta a questa sua origine. Nel contributo di Marco Grispigni al «Seminario di studi sui partiti politici» tenutosi a Roma il 30 giugno 1994, viene analizzata la particolare tipologia di documentazione presente negli archivi dei movimenti e dei partiti della nuova sinistra, soprattutto in relazione a quella dei partiti storici italiani, come il Pci. Fin da subito Dp ha cercato di imitare il Pci, partito a cui era politicamente più vicino, nell’organizzazione e nondimeno nella conservazione della propria memoria storica come fonte di auto-legittimazione della propria esistenza. D’altro canto i movimenti di contestazione degli anni Sessanta e Settanta hanno da sempre avuto un rapporto piuttosto ambiguo con la propria documentazione. Se da un lato, in una prima fase, cioè fino alla metà degli anni Settanta, molti militanti hanno considerato importante la conservazione dei propri documenti, nella seconda metà, con la radicalizzazione dello scontro politico, si diffuse una concezione della memoria come ostacolo alla progettualità politica. Per Dp gli anni Ottanta hanno rappresentato una riappropriazione del diritto alla conservazione della memoria. Dp, di fatto, proponendosi come soggetto politico nato dalle lotte sociali dei decenni precedenti e curando in modo particolare i propri volantini, ha quindi voluto lasciare traccia della propria storia. Dallo studio delle serie emergono certune differenze che riguardano il criterio conservativo del soggetto produttore nell’ordinamento del proprio archivio. Le serie documentarie evidenziano la diversa nascita e il diverso sviluppo che i militanti di Dp hanno voluto dare ad ognuna di esse. La documentazione della serie Congressi è il risultato dell’attività svolta dalle sezioni e dalla Federazione per l’elezione dei delegati al Congresso provinciale e a quello nazionale; una volta utilizzata a fini organizzativi è stata conservata pervenendo così fino a noi. La serie della documentazione dei Congressi non conserva materiale del primo, quello del 1978 e del secondo del 1980, e i documenti del III congresso risultano scarsi. Di fatto nei primi anni di vita di Dp, turbolenti e incerti, il materiale conservato è relativamente poco e riguarda prevalentemente i periodici. Le carte rispecchiano invece la maggiore strutturazione che il Partito si diede dal 1983 in poi. Lo stesso discorso vale per i documenti dell’Assemblea nazionale dei delegati, organismo che viene convocato almeno una volta l’anno e che esprime la volontà e l’orientamento degli iscritti e verifica l’operato della Direzione nazionale. I materiali del Direttivo sono costituiti dalle “sintesi riunioni” e della documentazione politica prodotta dai suoi stessi membri. Le carte venivano essenzialmente utilizzate dagli esponenti in carica durante le riunioni e nei momenti di analisi politica. I fascicoli raccolgono quindi, nella fattispecie, la documentazione organizzativa, come verbali, sintesi delle riunioni e registri delle presenze. Anche le carte della Segreteria risultano ordinate, e conservano numerose circolari nazionali e diversi comunicati stampa. La serie Elezioni comprende i documenti prodotti dal Partito per la presentazione delle liste dei candidati e per l’organizzazione della campagna elettorale. Nella serie Archivio volantini sono riuniti tutti i volantini prodotti prevalentemente da Dp nel corso della propria storia. La documentazione è omogenea ed era stata ordinata cronologicamente, ogni annata poi era suddivisa per argomento. In tutte le carte predette non si sono incontrati particolari difficoltà nell’individuazione delle serie e dei criteri di ordinamento seguiti dal soggetto produttore. Le prime difficoltà si sono presentate, in realtà, nell’esame delle serie di documentazione prodotte dall’attività dei dipartimenti. La documentazione si presentava suddivisa in base ai diversi Dipartimenti, Ambiente - salute - territorio (AST), Cultura e informazione, Giovani - scuola, Donne Dp, Lavoro, Organizzazione, Problemi dello Stato e commissione Casa. Dall’esame della documentazione e dalla storia del Partito si è appresa l’esistenza anche del dipartimento nazionale Esteri - pace, nonché di quello provinciale, che però risulta assente nell’archivio della Federazione milanese. Le serie dei Dipartimenti sono composte da documentazione eterogenea e si tratta prevalentemente di materiale “grigio”: appunti, ritagli stampa, volantini e manifesti, testi di approfondimento e di studio di settore di cui necessitavano i Dipartimenti nello svolgimento della prassi politica; ed è allo stesso tempo materiale di propaganda e di informazione politica utilizzata dai membri del Dipartimento a fini organizzativi o di autoformazione. I documenti conservati nelle diverse serie si presentavano abbastanza ordinati anche se dallo studio dei Dipartimenti emerge come le carte venissero spesso manipolate per motivi specifici legati all’attività politica. Inoltre è successo che un criterio di ordinamento, usato per un certo anno, non venisse seguito negli anni successivi. Sono perciò presenti fascicoli che si riferiscono a iniziative specifiche, ma anche ad argomenti generici particolarmente importanti e significativi per la storia del Partito. Spesso erano presenti consistenti quantitativi di documentazione “sciolta” che, ove possibile, è stata ricondotta ai relativi fascicoli. Per l’ordinamento delle serie dei Dipartimenti il mio lavoro ha avuto inizio dall’analisi degli elenchi di consistenza, ho quindi proceduto alla schedatura sommaria dei fascicoli riportando il titolo originario, gli estremi cronologici in anni e l’oggetto, confrontando la coincidenza tra titolo e contenuto. Dopo la schedatura sommaria sono passata alla compilazione di schede più dettagliate. Per ogni fascicolo ho quindi riportato il titolo originario, attribuendolo in sua mancanza, gli estremi cronologici completi, la descrizione del contenuto e la consistenza delle carte. In definitiva, la ricostruzione dell’ordinamento originario della documentazione non è stata semplice. Nel caso dei Dipartimenti, infatti, più che rispecchiare l’organizzazione interna al Partito la documentazione riflette gli argomenti trattati dai Dipartimenti. Un archivio continuamente manipolato e formatosi in base alle necessità ed esigenze politiche e non sempre volutamente ordinato. In modo particolare se la serie “Archivio volantini” risultava quasi del tutto ordinata, alle serie Dipartimenti ho dovuto dedicare la maggior parte della mia attenzione in quanto serie non ordinate. Se è vero che complessivamente è stato applicato il metodo storico, in alcuni momenti, come nel caso dei Dipartimenti, mi sono tornate alla mente le parole del Brenneke, mediate da Filippo Valenti , su quello che chiama “principio di provenienza liberamente applicato”: "Per cui quel che egli propone è un metodo nuovo, detto «principio della provenienza liberamente applicato» o «del corpo archivistico», in forza del quale, andando oltre lo stesso «metodo storico» nel porre la storia dell’ente produttore al centro dell’interesse dell’ordinatore, prescrive che quest’ultimo possa e debba bensì rimaneggiare un fondo pur giuntoci nella forma stessa in cui l’ente l’ha lasciato al momento della sua scomparsa, ma al solo scopo di ridurlo a rispecchiare effettivamente la storia e la struttura dell’istituto" (Filippo Valenti, A proposito della traduzione italiana dell’«Archivistica» di Adolf Brenneke, Rassegna degli Archivi di Stato, XXIX/2, Roma, 1969). Una volta individuate le serie, le sottoserie, i fascicoli e i sottofascicoli mi sono quindi dedicata alla loro descrizione archivistica, utilizzando il database Sesamo della Regione Lombardia per la redazione degli inventari. Per quanto riguarda l’ultima parte del riordino sono passata, col consenso dell’istituto conservatore, dall’ordinamento sulla carta a quello sulle carte , operando, cioè lo spostamento fisico dei fascicoli assegnando loro la collocazione definitiva.